giovedì 6 settembre 2012

A volte accadono cose alle quali fai fatica a credere, ma il procedere delle cose riesce a rendere credibile anche l'inverosimile. E' vero, quando stava male le avevo promesso di accompagnarla a Lourdes e Santiago ma il rapido susseguirsi degli eventi aveva impedito che ciò si potesse realizzare. Capita che ad Agosto decidiamo di intraprendere il lungo viaggio che conduce alle due località promesse e, come naturale, io la porto con me, anche se solo nel pensiero. Giunto, infine il 17 a Santiago, con grandissima sorpresa, è venuta a trovarmi in sogno: -"Eccoti finalmente, ti stavo aspettando per salutarti. Ho deciso di andarmene". Un grande sorriso. Forse quel saluto che non era riuscita a darmi quand'era ancora in vita.

mercoledì 13 febbraio 2008

San Valentino

Eccomi di nuovo qui!
Domani è San Valentino.
Per molti è la festa degli innamorati.
Per me, che sono doppiamente innamorato, è anche un ricorrenza che, per 20 anni, non ho festeggiato.
Eh sì, per vent'anni sono stato privato della possibilità di festeggiare con la persona amata! Anche lui ne è stato privato, e non certamente per colpa sua. So della sua sofferenaza, perchè so della mia. Ora mi piacerebbe tenerlo sulle ginocchia come facevo quando era piccolo, tanto piccolo. Abbracciarlo e fargli capire che il mio amore per lui è sempre stato grande: l'amore di chi lo ha voluto, ma che il cammino della vita gli ha allontanato per troppo tempo.
Quel 14 febbraio ero di turno in ufficio. All'epoca lavoravo all'IBM in Portoria, al quarto piano di un mezzo grattacielo di vetro.

A metà mattina la Elsa mi chiama per dirmi che Luca è nato! Aveva iniziato a nevicare da poco, cosa rara a Genova.
Di corsa alla macchina (una vecchia SIMCA 1000 GLS soprannominata "vasca da bagno" per la sua forma), un salto al Mercato Orientale per un mazzo di fiori e via, all'Ospedale Galliera.
All'epoca non era facile ottenere di assistere al parto per cui non mi fu possibile. L'emozione fu, comunque, tantissima.
Lui era bellissimo, il biondino!
Auguri, bimbo mio, perdonami per non essere stato capace di darti tutto ciò che avrei voluto e dovuto. Ti voglio tanto bene.

domenica 20 gennaio 2008

Vizi capitali

Spesso, in giovane età, la gelosia fa scempio della dignità di noi poveri mortali che non sanno capacitarsi che qualcuno possa amarli veramente senza pensare a tradirli ad ogni piè sospinto. Anch'io, come penso quasi tutti, ho avuto il "piacere" di sperimentare un sentimento che riesce solo a farti star male e che, spesso, consegue l'unico risultato di guastare i rapporti tra due persone che, altrimenti, potrebbero pienamente godersi i momenti più belli della loro vita!
Gli anni e l'incontro con donne meravigliose hanno fatto sì che comprendessi tutta la stupidità e l'inutilità di quel sentimento.
L'amore è un frutto che deve essere gustato in tutte le sue fasi di maturazione: acerbo, con quel suo gusto acidulo e le sensazioni forti che ti dà, con l'emozione di un bimbo che scopre il sapore della vita; maturo, con la sua dolcezza, con la gioia di ritrovarso ogni giorno ad adentare con passione una mela golden, dolce e profumata, a porre nel frutteto i semi dai quali poi germoglieranno nuove piantine; e, quando il frutto cade dalla pianta perchè è passato il tempo della giusta maturazione, è bello coglierlo per apprezzarne le qualità aromatiche più profonde, quando al gusto acidulo ed al dolce pieno si sostituisce un aroma vagamente alcolico che ti inebria. Tutto vissuto nella piena consapevolezza di un sentimento pieno ed incondizionato, non turbato da sciocchi quanto inutili sospetti di tradimenti che, quand'anche dovessero accadere, sarebbero il segnale della trasformazione, il segnale che, forse, l'amore non c'è mai stato. Certo, si può confondere la passione con l'amore. Ed allora essere gelosi a che cosa servirebbe? Per esistere l'amore ha bisogno di due soggetti, l'amore a metà è illusione, paranoia. L'amore può solo unire, mai dividere! Il buon Dio ci ha donato i sensi (ben più dei cinque noti) per consentirci di stabilire dei rapporti completi bidirezionali con altri esseri umani. Quando ci difetta qualcuno di questi sensi non siamo in grado di relazionarci in modo "naturale" con gli altri.
L'amore nasce, cresce, invecchia, si trasforma insomma, ma non muore mai. Anche quando le circostanze della vita allontanano due persone, in qualche posto l'amore rimane, non viene gettato via.
L'amore no viene sprecato mai!
Ma siamo sicuri di sapere veramente che cosa sia l'Amore?
Si può amare più di una persona contemporaneamente?
Io, francamente, credo di non essere in grado di dare una definizione dell'amore.
L'amore è qualcosa che si respira, che si beve, che si odora, che si mangia, che si tocca, che si guarda, che si pensa, che si vive, che........
E non è esclusivo.
E, soprattutto, non è mai uguale a sè stesso, non annoia mai. Altrimenti non è amore!
L'amore si trasforma, col tempo e la lontananza, in un sentimento più dolce. Che pure rimane amore, ma che ha il privilegio di non essere condizionato dalla passione!
A Londra l'amore è acerbo come a Genova, maturo come a Milano, inebriante come a Torino!

martedì 30 ottobre 2007

LE RAGIONI DI UNA SCELTA

Quando, alcuni anni fa, decisi di chiedere l’ammissione all’Ordine la motivazione principale fu quella di poter condividere con altre persone, che avevano il privilegio di chiamarsi “FRATELLO”, il mio sentimento vero di vicinanza agli altri esseri umani.

Provengo da una cultura Cristiano/Cattolica non subita ma vissuta con consapevolezza negli anni della gioventù e continuamente approfondita in età matura. Ma, essendo Cristiano, ed essendo il Cristianesimo la religione della fratellanza per eccellenza, che bisogno avrei dovuto avere di cercare in ambiti diversi qualcuno con cui condividere il mio sentimento?

Con un bel po’ di retorica potrei dire la solita frase che un conto è il Cristianesimo ed un conto sono i Cristiani; ma ciò varrebbe anche per il nostro Ordine.

La verità, alla fine, è che le motivazioni che mi hanno spinto a fare il passo sono ben altre.

La continua ricerca interiore e la ricerca del dialogo con l’Essere Supremo, Creatore di tutte le cose, mi hanno portato a realizzare che il percorso iniziatico dell'Arte Reale, mirato al miglioramento continuo di se stesso attraverso la comprensione graduale e sistematica, tutta personale, del linguaggio dei simboli, sia la giusta via per ottenere il miglior risultato possibile in questa vita terrena con lo scopo finale di rendere migliore il mondo nel quale viviamo.

Ed ecco il punto: lavorare per essere un uomo migliore, non di qualcun altro, ma di sé stesso. La Libera Muratoria è sfida continua, tutta personale, con se stesso, condivisione di altissimi ideali e cammino comune per il loro raggiungimento. Il suo carattere “esoterico” (nascosto, celato) rende assolutamente personale la comprensione e l’interpretazione dei segnali che ci guidano al conseguimento del traguardo, ammesso che ve ne sia uno solo e non molti. Tra noi anche il più grande Maestro non può dire di aver raggiunto la consapevolezza della verità per trasmetterla ad un allievo! Il personalissimo rapporto con il G.A. non può essere comunicato ad alcuno; ognuno deve trovare da solo la sua strada verso il dialogo con l’Altissimo.

mercoledì 24 ottobre 2007

Una casa di vetro nel bosco sotto la pioggia

E magari in riva ad un laghetto.....
E non trovi le parole per dirle ciò che senti. Ti senti così stupido!
E poi la grande emozione che provoca reazioni inconsuete.....
E se fosse tutta colpa di Erasmo?
Io so che era lì.
La dolcezza di uno sguardo innamorato che dice tutto ciò che le parole non possono trasmettere può essere compresa solo da chi sa leggere l'azzurro cielo degli occhi di lei.
E quegli occhi li conosci bene.
E ti sarebbe piaciuto perdertici dentro.
Ma è tutto così bello, così vero!
Il sogno prosegue. Forse un giorno ti sveglierai.
Forse è meglio di no.
O forse la realtà sarà più bella del sogno!


lunedì 8 ottobre 2007

Buon compleanno

Oggi sono trascorsi 23 anni!
Sembra ieri. La corsa in ospedale a Cassano d'Adda nel cuore della notte. La preparazione e poi l'ho visto spuntare. Credo che non esista gioia più grande che assistere alla nascita di un figlio.
Stasera mi sono recato nel solito angolo buio ad ascoltare.
Ho rivisto il film dall'inizio, senza perdere un solo istante. Il camice verde, la collaborazione con l'infermiera per aumentare la spinta, la testa che compare e poi in un lampo fuori tutto. Il drenaggio della vie respiratorie e poi il primo strillo.....
La memoria! Che bella invenzione. E basta così poco per rinverdirla.
Ho voglia di rileggere un po' di passato....... per costruire un po' di futuro.

domenica 7 ottobre 2007

La donna nella pietra

V'è una credenza popolare secondo la quale, per costruire un edificio, bisogna prima sacrificargli un essere vivente.
Questa convinzione, diffusa in tutti i continenti, ed ancor viva ai nostri tempi, ha origini antichissime. A seconda delle zone e delle epoche, essa si è estrinsecata mediante rituali cruenti o sostitutivi, ma sostanzialmente sopravvive inalterata.
Così - ad esempio - in Grecia si usa seppellire un gallo (od un capro) nelle fondamenta, ed in Romania si usa rubare l'ombra a qualcuno (misurandogliela a sua insaputa) per schiacciarla sotto la prima pietra. Diffusa è l'usanza di versare acqua benedetta nel punto iniziale della costruzione, oppure immettervi una memoria scritta... Numerosissime poi sono le leggende locali (alcune millenarie), che esplicitamente ricordano come questo o quell'edificio sia stato costruito murandovi vivo qualcuno, o perché tale era lo scopo della costruzione, o perché la costruzione non riusciva a concludersi sino a quando non sopravvenisse una simile operazione: fra le tante, sintomatica è la leggenda della fondazione di Roma con relativo incorporamento di una vittima umana. Ed infine nei rituali di alcune scuole esoteriche si usava seppellire l'immagine di un gallo, ed altre, nelle fondamenta del Tempio; oppure seppellire simbolicamente il candidato, prima ancora che questi iniziasse la costruzione del " proprio " Tempio.
Al di là della problematica, se una simile tradizione abbia avuto unica origine, o sia "spontaneamente" sorta ovunque, resta il fatto che essa, sia pure attraverso varianti ed adattamenti, perdura, e non accenna a scomparire.
E quello che è ancor più sintomatico risulta il fatto che l'elemento sacrificato od occultato resta costante: a ben vedere si tratta sempre di qualcosa che ha una certa attinenza con l'anima intesa in senso tradizionale. Si tratti di acqua, di ombra, di sangue (e quindi del mare), di una regina, di una vergine, di una parola scritta, di un'anima gemella, etc. sempre ci troviamo di fronte l'inserimento della polarità negativa o femminile nell'edificio.
Senonché qualsiasi simbologia è suscettibile di numerose interpretazioni (e, questa volta, ne prendiamo in considerazione solamente una): ma inoltre ciascuna interpretazione è suscettibile quanto meno di una duplice considerazione. In altre parole, qualsiasi simbolo stabilisce un rapporto bivettoriale fra le due dimensioni che esso collega.
Il messaggio simbologico di questa tradizione può essere dunque recepito almeno in due modi.
Per un verso, si può intendere che l'erezione di un edificio concreto comporta il sacrificio, nel senso di " caduta" od imprigionamento, di una vitalità: in altre parole, la concretizzazione di un'opera implicita. l'incorporamento, come una condanna, della vita.
Ma per altro verso, si può intendere che qualsiasi costruzione contiene in se occultamente quel principio vitale, che ne ha reso possibile la fondazione, rendendola quindi un edificio sacro, cioè un Tempio.
Nel primo caso si ha evidentemente una visione del corpo che dequalifica e svilisce l'anima; nel secondo, dell'anima che qualifica il corpo, e ne rende possibile la sacralizzazione.
Le due interpretazioni, lungi dall'essere in contrasto fra loro, ci sembrano piut
tosto complementari. Appaiono opposte, se ci si colloca su posizioni diverse, se ci si vota all'uno o all'altro dei due atteggiamenti: ma in una collocazione sovrastante esse risultano reciprocamente compensatorie. Il sacrificio iniziale, infatti, se costituisce una discesa, costituisce anche la risalita: in altre parole lo Spirito, sacrificandosi così si allontana da se stesso, come si ricollega a se stesso.
E' chiaro che il termine "sacrificio" non va inteso nel comune senso di sacrificale, ma nell'esoterico senso di secrezionale. Tuttavia ognuno è libero di intenderlo come preferisce: certo è che, per come uno lo intende, tale esso sarà per lui.